Oggi ho ricevuto il più importante dei riconoscimenti: un’attestazione di stima che non riguarda più solo il mio lavoro, ma anche la mia persona. L’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è la più prestigiosa delle onorificenze e sono immensamente grato al Presidente Sergio Mattarella e ai membri del Consiglio per aver riposto in me una grande fiducia. Fiducia, sì, perché il suo significato non consiste solo nel riconoscere la mia attività pregressa, ma anche nel credere in quella futura.
Il progetto Pepe in Grani è nato nel 2012, dopo anni di lavoro nella pizzeria di mio padre, una lunga riflessione e una decisone coraggiosa che mi ha dato la forza di credere nel mio sapere, nella mia manualità e di esprimere la mia vera identità attraverso il mio prodotto. Io ho mantenuto quelle radici, rinsaldando il legame con Caiazzo, il paese in cui sono nato e in cui tuttora risiedo. Ho anche portato la mia visione su una pizza, che mette insieme ricerca e tradizione e trova una conferma nelle persone che affollano quotidianamente quel vicolo del centro storico, un tempo destinato all’abbandono, in cui ho voluto posizionare, contro il parere di molti, il mio locale.
Ho creato lì un luogo in cui, come spesso ho detto, si racconta e si mangia la pizza. Un posto in cui un disco di pasta esprime i sapori di un territorio e la mia passione, quella di un moderno artigiano che ha voluto, attraverso le proprie idee, promuovere la rinascita e lo sviluppo della sua terra. Non solo. Io ho voluto trasmettere le mie conoscenze, tramandate da due generazioni, a mio figlio e a tutte le persone che, con vera passione e dedizione, si sono avvicinate a questo lavoro, fatto di tanti sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni. Ho, inoltre, voluto portare il mio messaggio nelle scuole ai più giovani, esortandoli a credere nei propri sogni e, con caparbietà, a realizzarli. Anche adesso, che il mio lavoro è riconosciuto e apprezzato in Italia e nel mondo e che, prima di tutto, ha dato un input al mio territorio, ripopolandolo e rigenerandolo, io sento la responsabilità di lanciare un messaggio positivo, mai privo di valori e senso del sacrificio, alle generazioni future. All’inizio è stato un percorso in salita, cominciato con sette persone e tanto impegno. Oggi i miei dipendenti, che io considero la mia seconda famiglia e ringrazio per la collaborazione, sono 41. L’impegno resta, ma è condiviso con un gruppo coeso e professionale.
Il mio messaggio parte dal cibo, ma racchiude in sé una complessità e un’importanza che coinvolge aspetti e persone su una più larga scala. La pizza di Pepe in Grani è l’aspetto principale di un progetto che investe il luogo in cui è nato, con uno scambio reciproco di sinergie che vanno dal contadino al produttore, dall’artigiano all’albergatore, dal pizzaiolo al turista fino all’avventore, ma anche da Franco, padre, a Stefano, suo figlio, che rappresenta la quarta generazione di pizzaioli e che, come me, non smette di apprendere, nonché di mettermi e mettersi in discussione. E, poi, c’è mia figlia Francesca che ha scelto una strada di studi e lavoro che, mi auguro, s’incrocerà presto con la mia e che, come me e il fratello, conosce il senso del dovere e s’impegna per realizzare ciò in cui crede.
A mia mamma, instancabile lavoratrice, che ha affiancato papà nel suo percorso di vita e nella sua attività non lasciando mai la famiglia, ai miei figli, Stefano e Francesca, per esserci sempre, a tutte le persone che mi hanno permesso di realizzare il mio sogno appoggiandomi fin dal principio, al mio staff e ai miei clienti per il sostegno quotidiano e alla mia terra, a cui sono così legato, vorrei dedicare questo riconoscimento così speciale.